IL
FRANCOBOLLO: un
minuscolo pezzetto di carta vistosamente colorato che ci parla di
lontane regioni, di uomini celebri, di importanti imprese, di
sensazionali invenzioni. Tutta la nostra vita è riprodotta e
immortalata nei francobolli. Il francobollo è un veicolo di cultura:
quanti ragazzi hanno imparato, come me, la storia o la geografia
proprio nel tentativo di ordinare le loro collezioni. Il francobollo
è un atto politico: quanti stati hanno propagandato le loro
ideologie o hanno assunto chiare posizioni proprio sfruttando le loro
emissioni. Il francobollo oggi però è anche un fatto economico:
migliaia di commercianti vivono grazie ad esso, investitori e
speculatori guadagnano (o perdono) anche grosse somme proprio
sfruttando la passione di una schiera sempre più fitta di
appassionati filatelici. La
prima grande distinzione da fare è quella che riguarda i nomi da
attribuire a coloro che operano nel settore. Purtroppo c’è grande
confusione fra collezionista, investitore e speculatore. Vediamo di
che cosa si tratta.
COLLEZIONISTA: è
colui il quale raccoglie i francobolli senza avere una precisa meta
economica. A lui interessa, soprattutto, realizzare qualcosa di
organico e, possibilmente, di “completo”. Però, sia ben chiaro,
non si deve pensare che il collezionista sia disposto a “buttare
via” i suoi soldi, anzi, è proprio chi mette assieme una
collezione degna di questo nome che, a lungo termine, fa la migliore
operazione economica.
INVESTITORE: è,
invece, colui il quale raccoglie francobolli semplicemente perché
pensa che così facendo potrà ottenere un buon utile. A lui non
interessa avere, per esempio, tutte le emissioni di un paese, ma
esclusivamente avere ciò che, nel tempo (più o meno lungo), potrà
acquisire un notevole incremento di valore. L’ideale per un
investitore, è quello di avere magari tutti francobolli eguali fra
di loro, purché si tratti di un esemplare che col passare del tempo
valga sempre di più.
Una
differenza sostanziale fra COLLEZIONISTA e INVESTITORE è,
per esempio, questa: il collezionista cerca i francobolli perché gli
piacciono, e, molto probabilmente, li cercherebbe anche se essi non
potessero dargli un utile nel tempo. L’investitore sceglie i
francobolli perché ritiene che, nel momento in cui opera, essi
rappresentino il migliore investimento. Per lui, però, sarebbe del
tutto indifferente cedere tutti i francobolli e prendere, tanto per
dire qualcosa, bottiglie di vino vecchio se, a un certo momento,
dovesse ritenere tali bottiglie maggiormente fruttifere.
L’investitore, in altre parole, è un elemento passivo che si
limita ad analizzare il mercato cercando di inserirsi in esso senza
però prendere parte attiva al movimento del mercato stesso. Egli,
tanto per concludere, è un individuo che cerca di “approfittare”
di una situazione che altri hanno creato.
SPECULATORE, infine,
rappresenta un elemento molto simile all’investitore, con la sola
differenza che assume un atteggiamento attivo. Speculare, cioè, è
chi cerca di inserirsi in un mercato e quindi, attraverso adeguate
manovre, fare in modo che tale mercato si evolva in senso per lui
positivo. Vedremo più avanti quali potrebbero essere le manovre
speculative in grado di attribuire un plusvalore, talvolta anche
notevole, a certe speciali emissioni.
Ovviamente
accanto ai tre suddetti “tipi”, che sono sempre dei privati,
occorre considerare anche tutti coloro che si occupano di francobolli
a livello professionale: i commercianti, gli organizzatori di aste,
gli editori di cataloghi e, soprattutto, i governi dei paesi che
emettono i francobolli. In questi ultimi anni, in cui indubbiamente
la filatelia ha conosciuto il suo “boom”, è proprio fra i
governi dei paesi meno seri che si trovano i più grandi speculatori.
Comunque anche su questo argomento ci soffermeremo in seguito. Questa
rapida panoramica sulle persone che agiscono nel settore della
filatelia dovrebbe far comprendere maggiormente la notevole
diversificazione di soggetti che agiscono per piacere di agire e
soggetti che agiscono per denaro e solo per quello. Sarebbe a mio
parere un gravissimo errore considerare i francobolli come una specie
di “gallina dalle uova d’oro”. Indubbiamente è vero che molte
persone hanno guadagnato investendo i loro soldi in francobolli. Però
è anche vero che se c’è qualcuno che guadagna, c’è sempre, da
un’altra parte, qualcuno che ci rimette. Chi non capisce nulla dei
francobolli e, soprattutto, non vuole mettersi a studiare quella che
oggi è indubbiamente una vera e propria scienza, farebbe meglio a
occuparsi di altro. Nel nostro paese la filatelia ha nobili
tradizioni. In Italia esiste un mercato molto attivo, parecchi
cataloghi e riviste specializzate vengono pubblicati regolarmente. Le
associazioni filateliche e gli specialisti nei più disparati settori
sono sempre più numerosi. L’Italia ha conosciuto anni addietro un
periodo di autentica follia “filatelica” al quale fece seguito un
momento di depressione che vide fallire centinaia di improvvisati
investitori. Oggi finalmente sembra che sia subentrata la calma e che
la ragione venga usata anche in questo settore. Però, non mi
stancherò mai di ripeterlo, occorre che la filatelia sia considerata
come una cosa seria: per avvicinarsi ad essa occorrono intelligenza,
preparazione e tanta passione.
Dall'analisi
sui nomi da attribuire a coloro che operano nel settore filatelico io
mi sono identificato nella figura del COLLEZIONISTA,
figura questa che più mi si confà, per la grande passione che prima
ogni tanto e oggi quotidianamente dedico allo statisticare e al
costruire i fogli di raccolta della mia modesta collezione di
francobolli di tutto il mondo.
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